Credito d’imposta per attività di innovazione tecnologica

A chi si rivolge?

Il credito d’imposta è riconosciuto a tutti i titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalle dimensioni aziendali, dalla forma giuridica ovvero dal settore di attività.

Sono escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale o altra procedura concorsuale; sono altresì escluse  le imprese destinatarie di sanzioni interdittive.

La fruizione dei benefici è tuttavia subordinata al rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro applicabili a ciascun settore e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

 

Cosa finanzia?

Il credito d’imposta spetta con riferimento alle attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati intendendo, con tali accezioni, un bene materiale o immateriale o un servizio o un processo che si differenzia, rispetto  a  quelli  già  realizzati  o applicati dall’impresa, sul piano delle caratteristiche tecnologiche o delle prestazioni o dell’ecocompatibilità o dell’ergonomia o per altri elementi sostanziali rilevanti nei diversi settori produttivi. Le attività ammissibili al credito d’imposta comprendono esclusivamente i lavori svolti nelle fasi precompetitive legate alla progettazione, realizzazione e introduzione delle innovazioni tecnologiche fino ai lavori concernenti le fasi di test e valutazione dei prototipi o delle installazioni pilota.

Non si considerano attività di innovazione tecnologica ammissibili al credito d’imposta:

  • i lavori svolti per apportare modifiche o migliorie minori ai prodotti e ai processi già realizzati o applicati dall’impresa;
  • i lavori svolti per la soluzione di problemi tecnici legati al normale funzionamento dei processi di produzione dell’impresa o per l’eliminazione di difetti di fabbricazione dei prodotti dell’impresa;
  • i lavori svolti per adeguare o personalizzare i prodotti o i processi dell’impresa su specifica richiesta di un committente;
  • i lavori svolti per il controllo di qualità dei prodotti o dei processi e per la standardizzazione degli stessi e in generale  i  lavori  richiesti  per  l’adeguamento di  processi  e  prodotti  a  specifici obblighi previsti dalle norme in materia di sicurezza, salute e igiene del lavoro o in materia ambientale.

All’interno delle attività di innovazione tecnologiche, godono di un maggiore tenore agevolativo quelle finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0.

 

Spese ammissibili

Ai fini della determinazione della base di calcolo del credito d’imposta, sono considerate ammissibili le seguenti spese:

A) le spese per il personale titolari di rapporto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o altro rapporto diverso dal lavoro subordinato, direttamente impiegati nelle operazioni di innovazione tecnologica svolte   internamente, nei limiti del loro effettivo impiego in tali attività.

B) le quote di ammortamento, i canoni di locazione finanziaria  o di locazione semplice e le altre spese  relative  ai  beni  materiali mobili e ai software utilizzati nei progetti di  innovazione tecnologica anche per la  realizzazione  di  prototipi  o  impianti  pilota,  per l’importo ordinariamente deducibile ai fini della determinazione  del reddito d’impresa relativo al periodo d’imposta  di  utilizzo  e  nel limite del loro utilizzo nelle attività R&S e comunque nel limite massimo complessivo pari  al  30% delle  spese  di personale indicate alla lettera a).

C) le spese per contratti aventi ad oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di innovazione tecnologica ammissibili al credito d’imposta.

D) le spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti inerenti alle attività di innovazione tecnologica ammissibili al  credito d’imposta, nel limite massimo complessivo pari al 20% delle spese di personale ammissibili indicate alla lettera a), senza tenere conto  delle maggiorazioni ivi previste.

E) le spese per materiali,  forniture  e  altri  prodotti  analoghi impiegati nei progetti di innovazione tecnologica ammissibili  al  credito d’imposta svolti internamente dall’impresa anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota, nel limite massimo del 30% delle spese di personale indicate alla lettera a) ovvero, del  30%  dei  costi  dei  contratti indicati alla lettera c).

Le spese valide sono quelle sostenute nel periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2019 (anno 2020 per le società il cui esercizio corrisponde all’anno solare).

 

In cosa consiste l’agevolazione?

A partire dall’esercizio 2021, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10% della relativa base di calcolo, assunta al netto delle altre sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.

Per le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0, (come da allegato alla presente scheda), il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 15% della relativa base di calcolo, nel limite massimo di 2 milioni di euro.

Per le sole imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione della documentazione contabile di cui al punto successivo, sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro, fermi restando, comunque, i limiti massimi di cui al paragrafo precedente.

 

Come si ottiene?

Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa devono risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti.

Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, la certificazione è rilasciata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione legale dei conti.

Oltre alla documentazione di tipo amministrativo, ai fini dei successivi controlli, le imprese beneficiarie del credito d’imposta sono tenute a redigere e conservare una relazione tecnica, che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte. Per le attività ammissibili commissionate a soggetti terzi, la relazione deve essere redatta e rilasciata all’impresa dal soggetto commissionario che esegue le attività.

 

Come si utilizza?

Il credito d’imposta spettante è utilizzabile esclusivamente in compensazione, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n.  241, in tre quote annuali di pari importo, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione, subordinatamente all’avvenuto adempimento degli obblighi di certificazione di cui sopra.

Al solo fine di consentire al MISE di acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia della misura, le imprese che si avvalgono di tali misure effettuano una comunicazione al Ministero.

Il credito d’imposta non può formare oggetto di cessione o trasferimento neanche all’interno del consolidato fiscale e non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.

Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a  condizione che tale cumulo, non porti al superamento del costo sostenuto.

 

Controlli

Nell’ambito delle ordinarie attività di accertamento, l’Agenzia delle entrate, sulla base dell’apposita certificazione della documentazione contabile e della relazione tecnica previste dai commi 205 e 206 nonché’ sulla base della ulteriore documentazione fornita dall’impresa, effettua i controlli finalizzati alla  verifica delle condizioni di spettanza del credito d’imposta e della corretta applicazione della disciplina.

Nel caso in cui si accerti l’indebita fruizione anche parziale del credito d’imposta, l’Agenzia delle entrate provvede al recupero del relativo importo, maggiorato di interessi e sanzioni secondo legge, fatte salve le eventuali responsabilità di ordine civile, penale e amministrativo a carico dell’impresa beneficiaria.

Qualora, nell’ambito delle verifiche e dei controlli, si rendano necessarie valutazioni di carattere tecnico in ordine all’ammissibilità di specifiche attività di ricerca e sviluppo, nonché’ in ordine alla pertinenza  e  alla  congruità  delle  spese sostenute dall’impresa, l’Agenzia delle entrate  può  richiedere  al Ministero dello sviluppo economico di esprimere il proprio parere.



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